Sapone solido: cos'è?

Dopo anni che le profumatissime saponette sono rimaste sul fondo dei nostri cassetti, il sapone solido torna a farsi spazio sugli scaffali dei nostri supermercati. Sempre più persone si avvicinano a questi tipi di cosmetici, che esteticamente possono essere simili alle saponette industriali, ma in realtà gli ingredienti sono diversi, soprattutto se si parla di una saponetta vegana artigianale. Questa tipologia di sapone non contiene ingredienti derivati dal petrolio o additivi chimici, né tanto meno ingredienti di origine animale.
Sicuramente risulta essere la scelta più ecologica per l’ambiente visto che sono composte da sostanze completamente biodegradabili e non presentano imballaggi che possano inquinare, tipici dei detergenti liquidi.
Queste saponette si presentano con una consistenza più o meno dura, e sono composte solo da ingredienti naturali, per questo sono ottimi per nutrire, proteggere e deterge la nostra pelle. Il metodo di lavorazione utilizzato è quello a freddo, dove oli e soda caustica reagiscono insieme creando una densa crema che andrà poi fatta riposare un mesetto per permettere alla reazione chimica di saponificazione di avvenire naturalmente e senza forzature: il risultato è un prodotto ricco di glicerina molto nutriente per la pelle. Esistono ora in commercio anche dei detergenti solidi, che diversamente dal sapone sono formulati a partire dai tensioattivi, necessari per la detersione, che si legano allo sporco e lo trascinano via, creando una cremosissima schiuma, ma anche questi ingredienti sono facilmente biodegradabili e provenienti da solo prodotti vegetali. Questi prodotti di solito hanno un ph appositamente studiato per la loro specifica funzione, e risultano maggiormente delicati rispetto al sapone.
I tensioattivi utilizzati in questo tipo di prodotto possono essere il sodium cocoyl isethionate, il cocamidopropyl betaine entrambi derivati dall’olio di cocco. Come tensioattivi secondari abbiamo il Lauryl glucoside vegetale usato per alleviare l’azione del tensioattivo primario e adatto a pelli delicate come quelle dei bimbi.

In antichità il problema dell'igiene personale non era prioritario, per questo le prime tecniche di pulizia furono sviluppate per la pulizia dei i tessuti. Venivano usate principalmente le argille, la cenere e le piante saponarie.
La primissima traccia dell’esistenza del sapone appartiene al popolo babilonese, seguiti poi dal popolo egiziano che realizzò un sapone con grasso di animali e oli vegetali per lavarsi quotidianamente. In Europa invece il sapone viene conosciuto più tardi durante l’età delle Crociate, grazie ai contatti con il mondo orientale\islamico.

Adesso vediamo bene nel dettaglio per quale motivo dovremmo cambiare le nostre abitudini, lasciando il moderno sapone liquido per tornare alla tradizionale saponetta. Come abbiamo già spiegato il punto forte delle saponette sono gli ingredienti, una miscela di soda e grassi vegetali, che detergono e nutrono in modo delicato. Ma fino ad ora cosa abbiamo utilizzato in quei flaconi di plastica allora?
Nella creazione del sapone liquido si utilizzano sempre dei tensioattivi, ma diluiti con l’acqua per rendere il composto liquido. L’aggiunta d’acqua crea un ambiente favorevole per la proliferazione di germi e batteri, e non è proprio il massimo per un detergente. Quindi per evitare questo inconveniente vengono aggiunti altri componenti, perlopiù additivi e sostanze chimiche varie. Sono proprio queste sostanze che possono portare fastidi alla pelle, come irritazioni, pelle secca e arrossamenti. Inoltre a differenza di quello che si crede è molto meno igienico l’erogatore del sapone liquido che raccoglie germi virus e lipidi che la saponetta poiché quest’ultima viene risciacquata dopo ogni uso.

Quindi abbiamo visto come una profumatissima saponetta può racchiudere molteplici benefici per noi e per il nostro pianeta.
Dagli ingredienti al packaging, passando per il risparmio, l’igiene e la comodità, il sapone solido e sicuramente la scelta migliore!